tratto dal romanzo omonimo edito da Rizzoli (2019) 
drammaturgia Alessandro Gallo
con Luigi Credendino, Alessandro Gallo, Irene Grasso, Marco Ziello
scenografia e costumi Elena Cassoli
disegno luci Davide Pippo
grafica, video editing e assistente alla regia Carmine Luino
regia Carlo Caracciolo
produzione caracò teatro
in collaborazione con Luce Narrante
con il sostegno di Teatro Comunale L. Betti di Casalecchio di Reno, La Corte Ospitale

La storia di una figlia coraggiosa, di un futuro boss, di un fratello fragile e di un padre colpevole. È la storia di Camilla e dei suoi fratelli Giosuè e Alberto, sangue dello stesso sangue, figli di un imprenditore campano emigrato, su al nord, sulla via Emilia. Un camaleonte della moderna camorra che riesce in pochi anni a sostituire gli abiti sporchi di calce per indossare un colletto bianco e vivere il nord attraverso banche, aziende di intermediazione finanziaria, appartamenti di lusso e gioco d’azzardo. Questa è la storia di una mafia bulimica che ha divorato il nord lasciando un territorio spaesato, confuso, incredulo e omertoso. Quella stessa omertà che negli anni passati sembrava fosse un’esclusiva del meridione ma che al contrario con Don Alfonso e le tante storie di ordinaria mafiosità ci raccontano tutt’altro settentrione. Era tuo padre è la storia di un padre in fuga e di tre figli chiamati in causa nel prendere una scelta che potrà segnarli per tutta la vita: difendere o rinunciare all’impero criminale del capofamiglia. Giosuè e Alberto hanno le idee ben chiare: proseguire nella scalata verso il successo camorrista, difendere gli affari sul gioco d’azzardo, i loro beni, le loro aziende ma soprattutto nascondere in parte la verità alla sorella Camilla. Camilla è esausta di doversi portare sulle spalle il peso di tutto il male di cui il padre è protagonista, vuole collaborare, vuole raccontare agli inquirenti la geografia criminale che Don Alfonso ha disegnato con l’aiuto dei fratelli e questa sua scelta sarà per Giosuè, Alberto e i vertici del clan un pericoloso ostacolo. La giovane ragazza sarà costretta a scappare per poi ritornare e sfidare il suo passato con determinazione e fame di giustizia, trovandosi così in una guerra contro il padre, una guerra che gli altri faranno con armi ben affilate provando a lasciare ferite profonde sul copro e nella mente della sorella.

Nota dell’autore
Questo lavoro ci pone una domanda: quanto e che peso hanno i padri sulle scelte dei propri figli? Quanto e in che peso il patriarcato possa influenzare le scelte non solo dei figli maschi ma anche delle figlie femmine, chiamate forse ad essere loro le vere protagoniste nella destrutturazione dell’archetipo paterno che declinato ai fenomeni mafiosi starebbe a significare l’ assoluto svuotamento del potere del maschio camorrista. Un’impresa quasi ardua, utopica ma che al contrario Camilla riesce a raggiungerla scegliendo, contro ogni imposizione familiare, di presentarsi davanti alla giustizia e far cadere dalle sue spalle un peso che le avrebbe spezzato in due la schiena” (Alessandro Gallo)